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Flora e Fauna

La varietà di condizioni microclimatiche che si incontrano in valle hanno consentito la fioritura spontanea di numerose specie, in particolar modo di orchidee. La fauna è caratterizzata dalle popolazioni tipiche dell'entroterra ligure (cinghiali, caprioli) ma anche da cavalli allo stato brado e specie più caratteristiche quali l'istrice.

 

FLORA DI PREGIO DELLA VAL GRAVEGLIA - di Stefano Marsili (gennaio 2018)

INTRODUZIONE

Si intende per flora l'elenco sistematico di tutte le specie vegetali di un determinato territorio geografico, mentre con vegetazione si indica in che modo le piante si aggregano a formare comunità di vegetali. Se quindi la flora è un elenco di nomi scientifici, la vegetazione è indicata da un tipo fisionomico (bosco, arbusteto, prato) e dalle specie dominanti, es. bosco di faggio, arbusteto a bosso, etc.

Si ritiene che le piante si aggreghino sul territorio a seconda delle condizioni ambientali presenti che sono il clima, il substrato geologico (le rocce sottostanti e il loro chimismo), le influenze antropiche.

La Val Graveglia è caratterizzata da una notevole diversità ambientale dovuta principalmente:

  • alla discreta escursione altimetrica da poche decine a 1400 m sul livello del mare,
  • ad una certa diversità climatica: clima mediterraneo sotto i 500 m circa, poi submediterraneo e montano fino alle quote più elevate
  • alla straordinaria diversità geologica: caso forse unico in Liguria, in pochi chilometri quadrati si alternano diverse tipologie rocciose che condizionano fortemente le forme del terreno e il chimismo dei suoli.
  • all'intervento dell'uomo che nei secoli, sfruttando sapientemente la terra, ha creato tipologie di ambienti seminaturali importanti per la diversità vegetale, come i prati falciati, i pascoli, i terrazzamenti mantenendo così ambienti che, con lo sviluppo naturale della vegetazione, sarebbero scomparsi in gran parte della valle.

Non esiste ancora uno studio floristico completo della Val Graveglia, anche se ricerche parziali e inedite permettono di stimare in almeno 700 specie di piante cosiddette superiori (felci e piante a fiori) il patrimonio floristico spontaneo della Valle, numeri di tutto rispetto se rapportati alla superficie di poco superiore ai 60 Km quadrati del territorio: in pratica tra un quinto e un quarto di tutte le specie presenti in Liguria in un territorio che occupa poco più dell'1% della intera regione.

Naturalmente una lista di nomi scientifici sarebbe noiosa e inutile per cui meglio soffermarsi su alcuni di questi nomi, in particolare quelli che rendono la flora della valle più interessante e per cui è importante garantirne la conservazione.

La qualità di una flora infatti non si valuta soltanto da quante specie sono presenti nel territorio in questione, ma anche da QUALI specie.

Come in quasi tutta la Liguria, anche in Val Graveglia si possono trovare dei veri e propri tesori floristici, che assumono pertanto anche un valore culturale che abbiamo la responsabilità di preservare nel tempo.

LE SPECIE PIU' IMPORTANTI

Alcune specie, tra le centinaia presenti in valle, assumono un significato naturalistico di spessore per vari motivi che vedremo e che spesso risultano quindi tutelate anche a livello legislativo sia da normative europee che locali.

Vediamo le più importanti raggruppate in categorie:

 

Le orchidee

Cominciamo dalle specie forse più famose a livello “mediatico”. Pur non essendo paragonabili alle splendide cugine tropicali che da noi fanno bella mostra in vivai e fioristi, anche la Liguria ospita circa 80 diverse specie di orchidee spontanee, generalmente di piccola taglia, ma spesso con fiori molto colorati che vivono prevalentemente in praterie e ambienti aperti, ma anche in boschi e arbusteti. In Val Graveglia abbiamo contato, per ora, 30-35 specie di orchidee tra le quali spiccano per abbondanza: l'orchidea mascula (Orchis mascula) (Foto 1), l'orchidea provenzale (Orchis provincialis) (Foto 2), il giglio caprino (Orchis morio) (Foto 3), l'orchidea sambucina (Dactylorhiza sambucina) (Foto 4), l'orchidea maculata (Dactylorhiza maculata subsp. fuchsii) che tra fine aprile e giugno colorano prati collinari e montani.

Nei boschi sono abbastanza frequenti, anche se meno vistose, la cefalantera (Cephalanthera longifolia) e la listera maggiore (Listera ovata). Rare e presenti solo nei prati aridi sulle rocce calcaree l'ofride delle api (Ophrys apifera) e, più comune, l'ofride fior ragno (Ophrys sphegodes) (Foto 5). Le ofridi sono orchidee che con il loro petalo (labello) assomigliante alla femmina di un insetto (api e simili) attirano i maschi in un tentativo di accoppiamento che è fruttuoso solo per la pianta.

FOTO 01 Orchis mascula FOTO 02 Orchis provincialis FOTO 03 Orchis morio FOTO 04 Dactylorhiza sambucina FOTO 05 Ophrys sphegodes
Foto 1   Foto 2  Foto 3  Foto 4  Foto 5

 

Meritano un discorso a parte quattro specie di orchidee legate ai prati umidi presenti in alta valle: si tratta di piante da rare a rarissime a livello regionale che in Val Graveglia presentano popolazioni straordinariamente ricche per cui la valle rappresenta il sito più importante per la loro conservazione in tutta la Liguria. Si tratta dell'orchidea acquatica (Anacamptis laxiflora) (Foto 6), l'elleborine palustre (Epipactis palustris) (Foto 7), l'orchidea incarnata (Dactylorhiza incarnata) e l'orchidea a foglie larghe (Dactylorhiza majalis).

FOTO 06 Anacamptis laxiflora  FOTO 07 Epipactis palustris
Foto 6  Foto 7

 

Le felci

Un discorso analogo alle orchidee si potrebbe fare per le Pteridofite, felci e piante affini, gruppo vegetale molto antico, che si riproduce per mezzo di spore.

Sulle circa 80 specie di pteridofite censite in Liguria, circa 35 sono presenti in valle e tra queste alcune spiccano per rarità.

Ancora nei prati umidi dell'alta valle sono presenti due specie: l'ofioglosso (Ophioglossum vulgatum) e l'equiseto delle paludi (Equisetum palustre) (Foto 8), che oltre ad essere rari per l'habitat che li ospita, fanno parte di quei gruppi primitivi di pteridofite, comparsi sulle terra più di 100 milioni di anni fa.

I diaspri rossi della la Val Graveglia e della Val di Vara ospitano alcune specie di felci davvero interessanti: la prima è l'asplenio foreziense (Asplenium foreziense) (Foto 9), inserita nelle liste rosse nazionali delle specie a rischio di estinzione; la seconda è la felcetta di Corsica (Cheilanthes tinaei), una specie tipica delle rocce aride mediterranee che in Liguria è presente solo in Val Graveglia! Negli stessi ambienti, ma più comune, e presente anche sulle rocce verdi di serpentinite, si trova la rara felcetta lanosa (Notholaena marantae). La terza è Cryptogramma crispa, una felce tipica degli ambienti alpini, che sulle Alpi vegeta sui ghiaioni silicei fino a 3000 m di quota, qui invece si trova a pochi chilometri di distanza dal mar mediterraneo!

Significativa la presenza, esclusiva delle rocce serpentinose, dell'asplenio del serpentino (Asplenium cuneifolium) (Foto 10).

Infine le forre umide degli affluenti del Graveglia, ospitano una specie, la pteride di Creta (Pteris cretica) che vive in ambienti più vicini a quelli subtropicali che a quelli mediterranei ed è quindi anche rara in Liguria.

 FOTO 08 Equisetum palustre  FOTO 09 Asplenium foreziense  FOTO 10 Asplenium cuneifolium
 Foto 8  Foto 9  Foto 10

 

Le serpentinofite

Le serpentiniti, rocce verdi diffuse in val Graveglia, sono note per generare suoli chimicamente difficili per le piante. Su queste rocce quindi sono spesso presenti specie uniche o altre, rare altrove, che approfittano dei terreni rifiutati da tante altre specie per rifugiarvisi e propagarsi in abbondanza. Tutte queste piante, così legate alle serpentiniti vengono per l'appunto chiamate serpentinofite e in Val Graveglia sono presenti, oltre al già citato asplenio del serpentino, il billeri di Plumier (Cardamine plumieri) (Foto 11) che a Marzo-Aprile punteggi di bianco le fessure delle rocce verdi e la minuarzia ofiolitica (Minuartia laricifolia subsp. ophiolitica) (Foto 12), che vive nei prati rocciosi di quasi tutti gli affioramenti serpentinosi appenninici. Tra le specie che sfruttano più che altro l'assenza degli altri per conquistare i loro spazi spiccano gli arbusti di bosso (Buxus sempervirens) (Foto 13) e della ginestra di Salzmann (Genista salzmannii) (Foto 14) che formano estese formazioni vegetali in tutte le serpentiniti del levante ligure.

 FOTO 11 Cardamine plumieri  FOTO 12 Minuartia laricifolia ophiolitica  FOTO 13 Bosso e Genista salzmannii  FOTO 14 Genista salzmannii
 Foto 11  Foto 12 Foto 13  Foto 14

 

Gli endemismi e specie ad areale limitato

Tra le ricchezze di una flora non si possono dimenticare quelle piante che presentano una distribuzione geografica limitata a territori ristretti, chiamati anche endemismi. In questo caso aumenta la responsabilità nei confronti della loro conservazione. In Val Graveglia si possono ricordare tra le altre la costolina appenninica (Robertia taraxacoides) (Foto 15), effettivamente simile al comune tarassaco, ma che vive nelle rupi e rocce di serpentinite, diaspro, basalto e arenaria. E' una specie che vive in tutto l'Appennino comprese le montagne della Corsica. Anche la già citata ginestra di Salzmann vive solo in Appennino ligure-emiliano, Elba e Corsica, mentre tra le orchidee, la serapide Serapias neglecta (Foto 16), cresce solo lungo le coste tra la Provenza e la Toscana. Infine lo zafferano ligure (Crocus ligusticus), a fioritura autunnale, è presente soltanto tra la Provenza e l'appennino ligure orientale, con sconfinamenti in Piemonte, Emilia e Toscana.

 FOTO 15 Robertia taraxacoides  FOTO 16 Serapias neglecta
 Foto 15  Foto 16

 

Zone umide

Le zone umide, ambienti dove la permanenza dell'acqua sia sufficiente a far vivere comunità vegetali e animali tipiche e ad essa legate, sono considerate a livello internazionale, come gli habitat a maggior rischio di estinzione per i fragili equilibri che le contraddistinguono. Bastano piccole alterazioni del regime idrico, captazioni o inquinamenti per distruggere specie davvero pregevoli e l'antropizzazione degli ultimi decenni non le ha certamente favorite. In alta Val Graveglia sono presenti alcune praterie umide che ospitano comunità di piante molto rare in Liguria. Oltre alle già citate orchidee e felci tipici sono da menzionare le presenze dei piumini (Eriophorum latifolium e E. angustifolium), della parnassia (Parnassia palustris) (Foto 17) e del gladiolo palustre (Gladiolus palustris) (Foto 18), tutelato dalle normative europee.

FOTO 17 Parnassia palustris  FOTO 18 Gladiolus palustris
 Foto 17  Foto 18

 

Altre specie

Concludiamo con una breve carrellata di specie tutelate da normative diverse per rarità a livello locale, per essere tipiche di ambienti fragili o magari semplicemente per la bellezza che le rende a rischio di raccolta indiscriminata.

Tra le specie a fioritura vistosa ricordiamo il narciso poetico (Narcissus poeticus), il dente di cane (Erythronium dens-canis) (Foto 19), la genziana crociata (Gentiana cruciata) (Foto 23) e la genzianella dei campi (Gentianella campestris), i gigli martagone (Lilium martagon) (Foto 20) raro in valle e il giglio di San Giovanni (Lilium bulbiferum subsp. Croceum) (Foto 21) più comune; il tulipano selvatico (Tulipa australis) (Foto 22) raro sia a livello regionale che nazionale; l'aquilegia (Aquilegia atrata) che fiorisce ai margini dei boschi freschi, il semprevivo (Sempervivum tectorum) (Foto 24), raro in Appennino ligure, presente sulle rocce calcaree dell'alta valle.

FOTO 19 Erythronium dens canis  FOTO 20 Lilium martagon  FOTO 21 Lilium bulbiferum croceum  FOTO 22 Tulipa australis
 Foto 19  Foto 20  Foto 21  Foto 22

 

FOTO 23 Gentiana cruciata 

FOTO 24 Sempervivum tectorum

 Foto 23  Foto 24

 

(*) Testo e fotografie sono protette dai diritti d'autore